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SS 106, Il Comune chiede l’Attivazione dei Corsi di Formazione per gli Operai.

Tra mille difficoltà sta prendendo forma in maniera definitiva il nuovo tracciato della Statale 106 Ionicha che va da Roseto Capo Spulico a Sibari.

Un maxi cantiere lungo oltre 38 km che continua a dividere l’opinione pubblica per le modalità di realizzazione e sull’impatto ambientale che i comuni interessati potrebbero subire, ma che inevitabilmente andrebbe a risolvere un’enorme carenza infrastrutturale che affligge da troppo tempo l’Alto Ionio cosentino.

L’inizio dei lavori del Terzo Megalotto della Statale Ionica corrisponderebbe per questo territorio ad una enorme boccata d’ossigeno in termini di viabilità, ma anche in termini economici: sono previste, infatti, per la realizzazione dei lavori, oltre 1500 assunzioni, che in un periodo storico di profonda crisi dal punto di vista occupazionale arriverebbero come una vera e propria manna dal cielo.

Al fine di cogliere al meglio questa opportunità, l’Amministrazione Comunale di Roseto, guidata dal Sindaco Durso, gioca d’anticipo, puntando sulla formazione delle manovalanze locali al fine di formare figure professionali estremamente specialistiche e non farsi trovare impreparati di fronte ad una chance così importante per lo sviluppo economico e sociale dell’Alto Ionio.

La giunta comunale, con delibera n. 32, ha infatti richiesto all’Ente Scuola della Cassa Edile Cosentina l’attivazione dei corsi specializzanti per la manovalanza sul territorio su cui insisteranno i lavori della nuova ss106, che potrebbero trovare nel palazzetto comunale sito in via Civita messo a disposizione gratuitamente, il luogo idoneo per superficie ed altezza allo svolgimento dei corsi.  

Una priorità assoluta, quella di assicurare ai lavoratori del territorio la possibilità di accedere a questa opportunità di lavoro, che l’Amministrazione vuole garantire anche contribuendo ad una compartecipazione alle spese di formazione, con risorse proprie di bilancio.

Si andrebbero così a formare professionalmente le squadre di carpentieri, minatori, perforatori, ferraioli, meccanici, escavatoristi, ponteggiatori, gruisti, di cui il territorio era sprovvisto, favorendo l’inserimento nel campo lavorativo delle maestranze locali e dei lavoratori disoccupati residenti nel comprensorio.

di Giovanni Pirillo

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