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Qualificazione del territorio rurale mediante la valorizzazione di produzioni tipiche

Ricevo e pubblico il comunicato stampa da parte dell’amico dott. Rocco Arcaro che si è impegnato ai fini dell’approvazione nel Consiglio Regionale di una legge che tuteli e valorizzi le produzioni tipiche locali.

Di seguito il comunicato stampa:

Nel lontano 2010  il territorio ha avvertito la necessitò di una proposta organica che raccolga al suo interno le diverse peculiarità territoriali, ambientali e storico-paesaggistiche in prospettiva di forme di turismo rispettose dell’ambiente naturale ed integrate con il territorio e le sue realtà socio-economiche. Roseto Capo Spulico  nella mia persona (Dr. Rocco Arcaro) e quello di Montegiordano nella persona di Domenico Acciardi abbiamo colto questa esigenza del territorio che ha preso forma e corpo nella PL n. 77 ” Qualificazione del territorio rurale mediante la valorizzazione di produzioni tipiche – fave e piselli risorsa dell’Alto Jonio Cosentino Depositata presso la Segreteria Assemblea del Consiglio regionale in data 5/10/2010, Comunicata in Aula nella seduta del 18/10/2010 e successivamente assegnata in data 5/10/2010 alle  Commissioni per l’esame di merito. La Commissione di merito in data 20/01/2011 la licenzia  e trasmesso in Segreteria in data 24/01/2011.

Oggi 03/08/2012 è Legge Regionale con grande soddisfazione mia e degli amici che hanno condiviso con me questo iter complesso ed organico. Finalmente il Consiglio Regionale su proposta del Consigliere Fausto Orsomarso e per approvazione di tutti i Consiglieri che parimenti ringrazio il sogno è diventato realtà.

 

Perché il territorio ha bisogno di questa legge?

L’evoluzione del rapporto uomo-ambiente è diventato, negli ultimi tempi, insostenibile per l’utilizzo distorto ed eccessivo delle risorse e la relativa riduzione della biodiversità.

La salvaguardia della biodiversità non riguarda soltanto gli ambienti primari, formatisi attraverso milioni di anni, ma anche gli ambienti naturali secondari o seminaturali nati dall’azione dell’uomo durante i secoli o anche i decenni; a quest’ultima categoria appartengono i campi “vecchio stile”, quelli cioè con le comunità segatali o messicole e le aree rurali. Proprio queste aree sono quelle in cui le risorse ambientali sono maggiormente diffuse sia nelle diverse componenti dei sistemi naturali sia nei sistemi biologici modificati dall’uomo. Pertanto, la biodiversità portando in sé valori e benefici eterogenei – economici, ambientali, socioculturali non sempre facilmente separabili – può essere una risorsa funzionale allo sviluppo; questa simbiosi fra necessità ambientali, economiche e socioculturali nel territorio è spesso valorizzata con le risorse locali, specialmente quelle agroalimentari e naturali che sono il risultato della varietà animale e vegetale (biodiversità) presente e che caratterizza ogni territorio. In questa prospettiva, è fondamentale il contributo che le diverse “politiche” a favore di questi territori possono dare nel sostenere l’avvio di processi di sviluppo finalizzati non solo alla conservazione e alla salvaguardia della biodiversità ma a promuoverne la valorizzazione attraverso un uso sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Dr. Agr. Arcaro Rocco

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