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Denis Bergamini: Il Caso si Riapre!

Tutto nelle mani del procuratore capo di Castrovillari. Ieri l’avvocato Eugenio Gallerani, che rappresenta la famiglia Bergamini, ha depositato la richiesta di riapertura delle indagini sulla morte di Donato Bergamini, il “calciatore suicidato” di Boccaleone, 22 anni fa in forza al Cosenza in serie B, «con ipotesi di omicidio volontario».

Al termine di oltre un anno di lavoro, speso prima a studiare tutti gli incartamenti delle precedenti indagini e dei due processi che ne seguirono, poi alla ricerca di nuovi elementi, il legale ferrarese ha compiuto il passo atteso.

«Abbiamo raccolto elementi nuovi – spiega Gallerani – ma anche proposto una rilettura complessiva di quanto era già emerso, che per altro non era indifferente».

Il riserbo, specie sugli elementi nuovi, è assoluto: «Ci sono consulenze tecniche e dichiarazioni raccolte, ora tutto è al vaglio della Procura, non posso fornire anticipazioni.

Si tratta di un atto corposo (200 pagine), con numerosi allegati (60), fotografie (100) e consulenze tecniche, ma non posso rivelare nulla su elementi che saranno esaminati da eventuali indagini da compiere».

Certo che se si è arrivati al deposito della richiesta, vista anche la prudenza che ha sempre contraddistinto l’operato di Gallerani, la sostanza non manca di certo: «Portiamo avanti questa causa con determinazione, siamo convinti – aggiunge il legale – che ci siano tutti gli elementi per riaprire il caso».

A deciderlo sarà il procuratore capo di Castrovillari, Franco Giacomantonio, che aveva già reso dichiarazioni alla stampa in cui si rendeva disponibile a valutare con estrema attenzione la possibilità di svolgere nuove indagini. Attenzione ribadita ieri, tant’è che seguirà personalmente il fascicolo, facendosi affiancare da uno o due sostituti.

«Posso aggiungere – conclude l’avvocato Gallerani – che Denis Bergamini, che teoricamente sarebbe morto suicida attorno alle 19 del 18 novembre 1989, fino al primissimo pomeriggio era perfettamente normale e si preparava alla partita del giorno dopo, anzi, era uno dei più motivati: aveva svolto l’allenamento mattutino e incitava i compagni a vincerla, era un Cosenza-Messina, quasi un derby, ed era tranquillo, contento e determinato. Invece è stato trovato morto al km 401 della statale Ionica, a Roseto Capo Spulico».

Non resta che aspettare le decisioni della Procura: «I tempi? Per la complessità degli elementi e la mole dell’atto, non si può certo esaminarlo in due giorni», chiude Gallerani.

Fonte: Sergio Armanino – La Nuova Ferrara

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